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  • Immagine del redattoreDr. Matteo Mazzetti

I danni al nervo trigemino: l'importanza di un'attenta diagnosi per evitarli


Danni al nervo trigemino

L’implantologia rappresenta una delle più' comuni pratiche odontoiatriche: se condotta nel rispetto dei protocolli raccomandati, previa un’attenta fase di studio iniziale, garantisce tassi di sopravvivenza e successo estremamente alti. Il paziente, a fronte di una fase post chirurgica nella maggior parte dei casi assolutamente contenuta, e caratterizzata prevalentemente da gonfiore che si protrae per pochi giorni, e nell’osservanza di tempi biologici di attesa precisi (da 2 a 6 mesi in funzione della tipologia d'impianto), beneficia di un notevole recupero in termini funzionali ed estetici.

Qualunque atto chirurgico espone il paziente al rischio di complicanze anche gravi. È bene precisarlo da ora, ma normalmente si tratta di eventualità' infrequenti e che, a maggior ragione, nel momento in cui si concretizzano, devono essere riconosciute e adeguatamente trattate in maniera tempestiva. Una delle complicaze più' temibili, e' il traumatismo di un’importante struttura nervosa dovuto all’inserimento di un impianto. Nel caso del distretto cranio-facciale, l’attenzione si rivolge principalmente al nervo alveolare inferiore (terza branca del nervo trigemino), che puo' essere interessato nel caso di invasione del canale mandibolare, da una semplice compressione della struttura nervosa, fino a danni maggiori che possono comprometterla anche permanentmente.

L’utilizzo praticamente routinario della diagnostica tridimensionale con tecnologia cone beam (tc volumetrica) e il ricorso sempre più' frequente alle metodiche di chirurgia guidata, rappresentano misure preventive efficaci nel salvaguardare le distanze fra sito implantare e struttura nervosa. In ogni caso, uno dei motivi per cui l’avvenuto contatto debba essere riconosciuto al più' presto dal clinico, deriva dal fatto che, alla rimozione del fattore traumatico, possano attivarsi dei meccanismi riparativi.

Questo rischio, lo si puo' avere ogni volta che si programma l'inserzione di un impianto a livello della mandibola, nelle zone posteriori comprese tra i molari inferiori ed i premolari inferiori, posizionati anatomicamente sopra la terza branca del nervo trigemino (nervo alveolare inferiore) che fuoriesce dalla mandibola per portare la sensibilità a livello del labbro inferiore.

L'unico modo per aver sicurezza nel rispetto di questa struttura anatomica, e' programmare l'intervento fin dalle prime fasi diagnostiche, utilizzando strumenti digitali dedicati alla diagnostica per immagini odontoiatrica (tc volumentriche cone beam) eseguendo esami utilizzando software dedicati per la programmazione dell'intervento che ti permettono di inserire gli impianti virutalmente nel software direttamente sull'esame eseguito, ma soprattutto, utilizzando dispositivi individuali realizzati dal clinico radiopachi (mascherine chirurgiche radiopache) che ti permettono di aver dei punti di repere esatti ripetibili e trasportabili dall'indagine diagnostica eseguita, alla fase chirurgica successiva.

In questo modo, un bravo chirurgo saprà esattamente dove posizionare l'impianto e potrà' cosi isolare chirurgicamente la zona di fuoriuscita del nervo trigemino, evitando spiacevoli errori e problematiche al paziente.

Ad ogni modo, e' facile intuire come a seconda dell’entità del danno possano variare i sintomi avvertiti dal paziente, oltre che l’efficacia dei processi riparativi cui si e' fatto riferimento in precedenza, ma un'attenta diagnosi e' di fondamentale importanza per la corretta riuscita dell'intervento.

Queste tecniche di chirurgia guidata, si sono oramai affermate con l'avvento delle piu' recenti tecnologie digitali, ma si sono sempre realizzate da decenni anche prima dell'avvento dei software dedicati all'implantologia: oggi a seconda delle necessità' del paziente, delle sue esigenze, e della tipologia di caso clinico, si possono realizzare interventi implantari anche senza far dei lembi per l'accesso chirurgico, mediante l'ausilio di mascherine chirurgiche realizzate successivamente alla fase diagnostica iniziale, sul progetto virtuale realizzato e trasformato in un dispositivo individuale che ti riporta clinicamente esattamente cio' che hai progettato sui software.

Queste tecniche si sono ritagliate una loro nicchia ben precisa su determinati casi soprattutto se si vuole eseguire un intervento a carico immediato, invece di attendere 2-6 mesi di guarigione, ma nonostante cio', la tecnica piu' sicura e con maggior predicibilità' rimane ancora la tecnica chirurgica in due tempi a carico differito.



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