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  • Immagine del redattoreDr. Matteo Mazzetti

I Concetti dell'Osteointegrazione: Chiarimenti per Difendersi dai Commercianti

Aggiornamento: 8 giu 2023


Osteointegrazione

L'implantologia moderna e' la branca che in assoluto sta subendo piu' proposte di "un mercato commerciale" ed offerte lancio che ricordano molto gli spot dei centri commerciali e della grande distribuzione quando devono svuotare i magazzini. Ma l'implantologia, al contrario di come la propongono, e' la branca che nasconde alle sue spalle, la ricerca medica e scientifica di maggiore importanza e continua ogni singolo giorno ad evolvere e proporre nuove tecnologie implanto-protesiche. Vederla ridotta alla pari di un "sacco di patate" venduto alla sagra del paese, mi rattrista, ma soprattutto mi preoccupa se penso ai danni anche irreversibili che si possono creare con tale tecnica.

Voglio quindi fare un po' di chiarezza sulla suddetta branca medica, e provare a spiegare alcuni concetti di base dell'implantologia moderna: per cui partiamo dal primo concetto di base, ovvero non tutti gli impianti sono uguali e non tutte le sistematiche implantari funzionano allo stesso identico modo; esistono impianti di serie a ed impianti di serie B, linee implantari che seguono determinate scuole scientifiche oramai affermate e leader mondiali (naturalmente gli unici da consigliare e da utilizzare, ma purtroppo anche i più costosi), ed altre sistematiche che seguono concetti molto più empirici di "osteointegrazione".

Per cui cos'e' l'implantologia e cos'e' osteointegrazione? Per implantologia (dentale) si intende quell'insieme di tecniche chirurgiche atte a riabilitare funzionalmente un paziente affetto da edentulismo totale o parziale mediante l'utilizzo di "impianti dentali", dispositivi inseriti chirurgicamente nell'osso mandibolare o mascellare, atti a loro volta a permettere la connessione di protesi, fisse o mobili, per la restituzione della funzione masticatoria. L'osteointegrazione invece, secondo l'ultima definizione del Professor Per-Ingvar Branemark (uno dei padri fondatori dell'implantologia moderna cosi come la conosciamo), afferma che "un impianto si definisce osteointegrato quando dura tutta la vita del paziente", a tale definizione a me piace aggiungere, "se il paziente e' bravo e segue le normali operazioni di mantenimento di un corretto stato di salute orale, non fuma e non subentrano problematiche sistemiche e/o individuali (più avanti elencate) che possono portare gradualmente alla perdita precoce dell'impianto stesso".

L'osteointegrazione, quindi e' quell'insieme di processi di guarigione che si innescano al momento dell'inserzione dell'impianto, e che portano alla intima unione tra il tessuto osseo e la superficie dell'impianto stesso, processi che per completarsi e portare la fixutre alla sua completa osteointegrazione, richiedono da 2 a 4 mesi di tempo assolutamente fisiologico.

Osteointegrazione

Fig 1: l'immadine al microscopio elettronico, mostra le prime fasi dell'osteointegrazione subito dopo il posizionamento dell'impianto,in cui le piastrine piatte ed inattive, vengono attratte sulla sua superficie.

L’implantologia orale, puo' essere quindi considerata come una delle possibilita' terapeutiche di cui il clinico dispone per riabilitare una edentulia parziale o totale che, generalmente, con rapporti costi/efficacia diversi, e' comunque risolvibile con metodiche tradizionali; in altri casi come unica possibilità terapeutica in grado di garantire, in modo efficace ed efficiente, il ripristino della funzionalita', dell’estetica e del confort di pazienti che, riabilitati con metodiche tradizionali, presentano disconfort tali da modificare in maniera sostanziale la propria qualità di vita (ad esempio riabilitazioni rimovibili).

Dal punto di vista della prognosi, e' stato evidenziato da numerosi Autori come la predicibilita' del risultato sia legata all’identificazione di fattori di rischio da correlare rispettivamente al paziente, al sito implantare e all’impianto. Per quanto riguarda i fattori di rischio legati al paziente, si e' osservato che frequentemente i fallimenti tendono ad evidenziarsi e concentrarsi in pochi individui. Non si verificherebbe quindi una perdita causale, ma relativa a gruppi di individui con peculiarita' comuni. Cio' farebbe pensare che certi fattori giochino un ruolo nei risultati della terapia implantare.

I fattori di rischio legati al paziente e maggiormente valutati in letteratura sono: le abitudini viziate (fumo ed alcool), malattia parodontale (infezioni locali), diabete, terapia radiante, osteoporosi e parafunzioni (bruxismo).

Essendo terapie riabilitative chirurgiche, e dovendo andare a lavorare a stretto contatto con parti anatomiche da rispettare rigorosamente (seni nasali e paranasali, nervi, arterie), ma soprattutto per via dei processi fisiologici che si innescano nelle fasi di "osteointegrazione" dell'impianto stesso, ovvero quel periodo necessario perche' l'impianto diventi tutt'uno con l'osso del paziente, e' fondamentale adottare protocolli riabilitativi estremamente rigidi per arrivare ad ottenere la massima percentuale di successo della terapia riabilitativa.

A tal fine, e' fondamentale una corretta diagnosi avvalendosi di studi radiologici tridimensionali (TC Volumetriche) eseguiti dopo la guarigione delle eventuali "bonifiche" delle parti da riabilitare (eventuali estrazioni o procedure chirurgiche pre-implantari), ma soprattutto avvalendosi di "mascherine chirurgiche individuali" realizzate prima dello studio TAC, in modo tale da avere dei punti di repere precisi e individuabili anche durante le successive fasi chirurgiche di inserzione degli impianti.

A questo punto dopo una eventuale prima guarigione in seguito ad eventuali e non sempre necessarie terapie chirurgiche pre-implantari, si procede quindi con la realizzazione della mascherina chirurgica realizzata su di una modellatura diagnostica che riproduca i "futuri" elementi dentari che si vogliono riabilitare, e successivamente alla realizzazione della TC Volumetrica con la quale ci si puo' progettare il caso con assoluta precisione, il posizionamento degli impianti in funzione di dov'e' necessario aggiungere l'elemento dentale per una corretta masticazione.

In questo modo e' possibile eseguire una "implantologia protesicamente guidata", in altre parole, e' la posizione fisiologica del dente da riabilitare in funzione della masticazione corretta che guida il posizionamento dell'impianto (e se necessario la ricostruzione ossea pre-implantare) e non il contrario.

Il posizionamento dell'impianto andra' eseguito poco tempo dopo lo studio radiologico mediante TC Volumetrica e non oltre un massimo di 3 mesi; successivamente poi sara' necessario attendere da 2 a 4 mesi di tempo per l'osteointegrazione dell'impianto precedentemente inserito. Talvolta, qual'ora il caso clinico lo permetta, e le esigenze del paziente lo richiedono, e' possibile eseguire un "carico immediato" dell'impianto inserito, e quindi realizzare la futura protesi provvisoria subito dopo il posizionamento dell'impianto stesso, gia' sapendo pero' che le percentuali di fallimento degli impianti posizionati con tecniche "immediate", aumentano.

A guarigione ed osteointegrazione avvenuta, si procede con la scopertura dell'impianto, e la successiva "protesizzazione" mediante dispositivi realizzati con tecniche e materiali differenti, ma comunque dispositivi CAD CAM, ovvero disegnati e realizzati via software, eliminando quindi tutti i fattori di rischio (tra cui in primis le tensioni protesiche) derivanti da procedure di "fusione a cera persa".



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