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Immagine del redattoreDr. Matteo Mazzetti

Chirurgia Guidata: Analogica o Digitale?

Aggiornamento: 8 giu 2023


Chirurgia Guidata

Oggi si sente sempre parlare di "Chirurgia Guidata" come la vera innovazione nel campo dell'implantologia; in quanti sanno che si e' sempre fatta e non sempre i software sono piu' precisi di cio' che un buon studio analogico ti puo' fornire?

Iniziamo a spiegare di cosa si tratta: mediante uno studio radiografico in 3d (tc volumetriche) e software dedicati, e' possibile progettare l'inserzione degli impianti su di una elaborazione grafica in 3D ottenuta dallo studio realizzato nel software. In questo modo e' possibile ottenere la realizzazione di una "dima chirurgica" che ti permette di inserire gli impianti esattamente come li avevi progettati virtualmente tramite la dima stessa (senza necessariamente aprire dei lembi gengivali).

Questa tecnica permette sicuramente qualche vantaggio: da un punto di vista del "confort" per il paziente, visto che si posizionano gli impianti senza bisogno di "scollare" la gengiva, il post chirurgico e' sicuramente migliore rispetto ad altre tecniche (ci si gonfia meno si sente meno dolore); ed in mani di operatori meno esperti, la tecnica risulta sicuramente piu' semplice e con meno rischi di errori (visto che la posizione dell'impianto viene data dalla dima chirurgica realizzata mediante il software di progettazione).

Chirurgia Guidata

ma dove sono gli svantaggi di questa tecnica? Innanzi tutto, se non si fanno lembi e non si scolla la gengiva, bisogna avere quantita' di osso abbondante e creste ampie (soprattutto edentule da tempo, e quindi perfettamente guarite da precedenti estrazioni); nei casi in cui invece, le estrazioni sono recenti ed hanno lasciato difetti ossei notevoli, saranno necessari approcci differenti "a lembo" per poter pulire le zone recentemente guarite o regolarizzare i profili della cresta ossea; creste sottili a lama di coltello o con poco osso (tutti i casi limite), o tutti quegli altri casi in cui la posizione ideale dell'impianto rende necessario una correzione "per addizione" mediante innesti ossei, e' sempre meglio andare a scollare la gengiva per poter cosi correggere tali difetti mediante differenti tecniche chirurgiche a nostra disposizione da valutare caso per caso sulla base della diagnosi eseguita con lo studio volumetrico (innesti ossei, chirurgie resettive o altro ancora).


L'approccio chirurgico ad una determinata tecnica viene quindi scelto sulla base dello studio volumetrico e della diagnosi che si fa su di esso a meno che il paziente non abbia determinate esigenze tempistiche da rendersi necessaria (se possibile) una tecnica a carico immediato.

Ad ogni modo prima di eseguire lo studio volumetrico, piuttosto che seguire tecniche digitali di ultima generazione, si possono sempre seguire (da sempre) le tradizionali tecniche analogiche oramai consolidate, che ti permettono di realizzare prima di ogni altra cosa, una modellatura diagnostica della protesi finale che si vorrà' realizzare, cosi da valutare quale sia la posizione ideale degli impianti in funzione della protesi futura (implantologia protesicamente guidata); a questo punto poi la modellatura diagnostica viene trasformata in una dima chirurgica radiopaca (e quindi visibile nello studio volumetrico), cosi si potranno progettare virtualmente le posizioni ideali degli impianti utilizzando tale dima chirurgica radiopaca (visibile quindi nel software). A questo punto se in questa fase diagnostica si dovessero vedere zone di deficit ossei proprio dove dovrebbe esser posizionato l'impianto, si puo' sempre optare per chirurgie rigenerative mediante innesti ossei cosi da ottimizzare il caso in funzione della diagnosi eseguita e delle esigenze estetiche e funzionali del paziente.

Dopo aver quindi eseguito una modellatura diagnostica, dalla quale e' stata ricavata la dima chirurgica radiopaca, ho eseguito lo studio volumetrico con tale dima (vedi foto sopra), che poi ho usato anche per l'inserzione dell'impianto e progettare l'intervento chirurgico ideale (vedi foto sotto) in questo caso mediante innesti ossei con prelievo dalla branca montate (di facile esecuzione e per niente debilitante per il paziente).

Molto utile tale tecnica anche a livello dell'arcata inferiore, laddove le strutture anatomiche e i fasci nervosi presenti, richiedono un'attenta diagnosi ai fini del corretto approccio chirurgico, soprattutto per non commettere errori fatali che potrebbero in taluni casi anche provocare danni al nervo alveolare inferiore.

Personalmente, io preferisco sempre e comunque affidarmi a tecniche piu' consolidate nel tempo rispetto alle "tecniche digitali guidate" piu' moderne, che sia un singolo impianto o una arcata completa o casi piu' complessi, si tratta solo di eseguire una ottima modellatura diagnostica di progettazione iniziale per poterla poi convertire in una dima chirurgica radiopaca, che verra' poi usata, sia per la progettazione del caso, sia per l'inserimento degli impianti; la stessa modellatura diagnostica iniziale poi sara' possibile trasportarla anche sul provvisorio futuro a guarigione ed osteointegrazione delle fixtures implantari posizionate.

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